“La maggior parte dei blend si fa in campo, il mio in frantoio. Per il resto non ho segreti. Più o meno”. Lorenzo Locci ha 28 anni e dal 2016 è titolare di un’azienda agricola. A Giano dell’Umbria produce extravergine di oliva e ha appena vinto le “Tre foglie” della guida agli extravergine d’Italia del Gambero Rosso. Per “Olivi d’Italia 2021”, giunta alla sua 11° edizione, il suo “Selezione N6” è tra gli Evo migliori del Paese. Vogliamo raccontarvi la sua storia non perché sia più bravo di altri a produrre olio, e del resto l’ambito premio l’hanno ottenuto anche suoi colleghi che si affacciano sulla stessa Strada dell’Evo Dop Umbria. Ve lo presentiamo per primo perché così, a naso, ci sembra il prototipo di una nuova generazione di produttori capaci di esaltare ciò che i nostri nonni hanno spesso creato solo perché andava fatto, avendo a disposizione strumenti limitati, puntando più sulla quantità che sull’alta qualità.
Un Evo “nato quasi per caso”
“Selezione N6” dell’Agricola Locci è “nato quasi per caso”, racconta Lorenzo. “A fine raccolta, gli ultimi giorni di ottobre, erano rimaste diverse piante di Moraiolo, Frantoio, Leccino, San Felice, Pendolino e Tendellone. Erano sparse un po’ qui un po’ lì. Avere un frantoio tutto tuo ti permette di osare. Così dopo aver franto le sei partite, le ho unite. Volevo creare un fruttato medio, molto equilibrato, potendo contare sulla spinta delle cultivar Moraiolo e San Felice. L’esperimento a quanto pare è riuscito”.
Con i piedi per terra
Locci come molti altri produttori ha portato avanti una tradizione contadina di famiglia potendo contare sugli olivi dei nonni materni e di quelli paterni. Poi, dalle 600 piante iniziali si è allargato inglobandone oltre 2mila nel suo progetto. Lorenzo sa pure, però, che la conoscenza contadina non basta. Quindi ha studiato, diventando un assaggiatore professionista. Lorenzo è intraprendente e preparato, e ha puntato subito sulla qualità. Ma è anche legato al territorio e ha i piedi saldamente ancorati alla terra, perfino quando è su una scala a potare gli olivi.
La produzione
Locci è partito nel 2016 da due etichette e oggi ne produce sei. Da Tenute Santa Chiara (Dop Colli Martani), con il 40% di Moraiolo, 40% di Frantoio e 20% di Leccino, a un monocultivar di qualità San Felice, raccolta la prima settimana di ottobre, un olio particolarmente fruttato. Ancora il Moraiolo in purezza, e il Sette Feudi, un blend di Moraiolo (50%), Frantoio (20%), Leccino (20%) e San Felice (10%). La quinta etichetta vuole invece celebrare l’olio nuovo. Primolio è un blend di Moraiolo, Frantoio e Leccino, non filtrato, da olive raccolte l’ultima settimana di settembre da consumare entro il mese successivo alla produzione.
Segreti di frantoiano
Per Locci è la frangitura il momento che può più incidere sulla qualità di un Evo. “Noi lavoriamo sulla velocità”, spiega. “La maggior parte dei frantoi frange ad una sola velocità. Io ho scelto un macchinario in grado di limitarla ed aumentarla a seconda della cultivar, della sua maturazione e di altri parametri. Riesco così a massimizzare il bilanciamento di amaro e piccante. Il resto sono segreti che un buon frantoiano non può rivelare”.
La giovane età di Lorenzo unita alle sue competenze ne fanno il prototipo dei giovani agricoltori italiani di oggi e di domani.Complimenti!