Caro vetro, caro Evo… no, non è una lettera indirizzata a due vecchi e buoni amici. La crisi della produzione di materie prime causata dalla pandemia di Covid 19 colpisce anche l’olio d’oliva. Non è solo sul vino, quindi, che pesa la scarsità di vetro sulla piazza. Il rincaro, questo autunno, è nell’ordine del 15-20 per cento. E se aumenta il vetro aumenta anche il costo dell’olio.
L’Italia quasi leader, ma non basta
Solo la Spagna ci batte in Europa per quantità di bottiglie prodotte. Produzione che negli ultimi anni ha registrato un costante incremento fino al 2019. Poi, nel 2020, causa Covid, è iniziato il rallentamento, con una diminuzione nell’ordine di oltre il 2% a fronte di un consumo pro-capite inalterato.
Il vetro è green?
Caro vetro, caro Evo… il futuro per fortuna sembra essere sempre più green e la pandemia non può durare per sempre. Presto si recupererà quel gap di produzione che ora va a incidere sul costo dell’olio. Nel 2019 il Rapporto sulla sostenibilità di Assovetro (Confindustria) associava la maggiore produzione di bottiglie alla svolta ecologica trainata dal movimento dei giovani in difesa dell’ambiente. Una battaglia contro la plastica che fa bene al vetro.
I nodi del riciclo
Corre la raccolta differenziata, soprattutto nel Sud Italia, e corrono i prezzi del vetro. Questo perché aumentano i costi della logistica dal momento che gli impianti di recupero si trovano al Nord. Così, già nel 2019 e ancora nel 2020, è aumentato il contributo Conai sugli imballaggi. Da luglio si è passati da 27 a 31 euro a tonnellata. E questo dovrebbe ammorbidire anche la tariffa rifiuti di chi consuma e differenzia. Almeno, si spera!