Non c’è cocktail Martini senza un’oliva. Che ape sarebbe senza una ciotolina di olive! E vuoi mettere un pesce finto – tonno, patate, maionese, capperi e uova sode – senza un’oliva come occhio? Per non parlare delle olive ascolane ripiene… Questa settimana MisterEvo ha deciso di divagare. Scopriamo insieme cosa ci regala l’Italia della Dieta Mediterranea e quali sono le migliori olive da tavola, regine dell’aperitivo.
Produzione
Il nostro Paese è al terzo posto dopo Spagna e Grecia. La produzione italiana si concentra in Sicilia. Vengono poi Puglia, Calabria, Liguria, Lazio e Marche. Solo le DOP ogni anno sviluppano un fatturato al consumo di oltre 3 milioni di euro (fonte Ismea). Parliamo di un migliaio di tonnellate di olive da mensa all’anno. Un settore, secondo gli analisti: “in forte crescita”
“Quattro stelle” più una
Sono quattro le denominazioni riconosciute in Italia. Sono le migliori olive da tavola, regine dell’aperitivo: Nocellara del Belice DOP (Sicilia), La Bella della Daunia DOP (Puglia), Oliva di Gaeta DOP (Lazio), Oliva Ascolana del Piceno DOP (Marche). Però ci permettiamo di aggiungere anche la Taggiasca, l’oliva simbolo della Liguria, che ancora non ha conquistato l’ambito riconoscimento.
Il futuro
Sebbene la produzione italiana, così come avviene per l’olio d’oliva e per l’extravergine, non riesca a soddisfare il fabbisogno nazionale, l’export delle olive da tavola cresce anno dopo anno. Basta fermarsi davanti al banco di un supermercato per rendersi conto che le olive greche la fanno da padrone. Tra gli scaffali, invece, sono le spagnole a vincere sulle nostrane. Quello delle olive da mensa, insomma, come quello dell’Evo, è un comparto che dovrebbe essere promosso. Molte imprese olivicole potrebbero diversificare la produzione e tentare nuovi sviluppi commerciali. Così, magari, alla domanda: “come so ste olive greche?”, risponderemo: “italiane”.