“Una siccità così non si era mai vista”. O quasi. Fatto sta che gli ulivi, come tanti altri alberi da frutto, soffrono. E per far star male gli ulivi, ce ne vuole. E’ una pianta resistentissima, capace di reagire al gelo così come al fuoco. Ma quest’anno gli uliveti sono messi davvero a dura prova. Un monitoraggio “random”, nel centro Italia, conferma la situazione. Dall’Umbria alla Sabina, fino alle colline più a Sud del Lazio, i produttori trascorrono queste prime afose giornate di luglio nei loro appezzamenti a fare la danza della pioggia. Sembrava che dovesse piovere, e invece ha fatto tanti lampi e poche gocce.
Il “male” di maggio
Un siccità così non si era mai vista. Tutto è iniziato in questo inverno col contagocce. Poi è arrivata la primavera, carica di speranze ma senza nuvole. A marzo i terreni sono stati concimati in vista delle fioriture di maggio e tutto è rimasto lì, in superficie. Senz’acqua i nutrimenti non sono penetrati nella terra. Pure aprile è passato, lasciando campo libero ad un maggio dal caldo anomalo. Come se non bastasse il vento caldo ha disidratato i fiori e sono caduti.
Meglio in alto
Terreni morenici rispetto a terreni sabbiosi o argillosi, posizione e quota hanno fatto la differenza tra un uliveto in buona o cattiva salute. In Sabina, per esempio, in alcuni casi la differenza si vede perfino tra piantagioni a 300 ed altre a 400 metri di livello sul mare. Oppure lì dove un colle più alto ha riparato gli ulivi dal vento bollente consentendo agli ovari, fecondati e non, di non indurire. Questo può avvenire anche in presenza di piogge. Figuriamoci, quindi, cosa hanno dovuto sopportare quest’anno gli alberi.
Una siccità così non si era mai vista
Gli agricoltori sperano. La speranza è che piova al più presto. Gli uliveti che non hanno sistemi di irrigazione sono a limite. “Al massimo due settimane, oltre sarebbe una catastrofe”. E ancora: “Una siccità così non si era mai vista” dicono i coltivatori. Lo dice pure Coldiretti, e l’Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni) lo certifica. “Il 2022 si classifica nel primo semestre in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica. Precipitazioni dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%”. Ogni previsione sulla produzione di olio extravergine di oliva (Evo), ad oggi, sarebbe troppo azzardata.