Nutri-Score ed Evo? Non ci sono dubbi, almeno per noi. Perché l’etichetta alimentare Nutri-Score è una semplificazione che non possiamo e non vogliamo digerire. Il motivo è che l’Evo sarebbe equiparato a un qualunque “olio di oliva”. Nutri-Score, infatti, nel caso dell’olio, baserebbe il suo voto solo sulla quantità di grassi, trigliceridi vari, che sono contenuti in egual percentuale sia nell’extravergine che nell’”olio di oliva”. E sappiamo che è tra il 98 e il 99%. Ma per gran parte (fino all’83%) si tratta di acido oleico, che fa bene alla salute. Altrimenti il semaforo del Nutri-Score per l’olio sarebbe rosso fuoco.
Con il Nutri-Score non si pesa sulla bilancia del giudizio ciò che invece distingue un extravergine da un “olio di oliva”. I polifenoli, per esempio, che danno l’amaro e il pizzicorio a un buon Evo: oleuropeina, che abbassa la glicemia; tirosolo, che favorisce l’elasticità delle cellule; oleocantale, un potente anti-infiammatorio. Ancora le vitamine E e K.
Evo e Nutri-Score? Non ci sono dubbi neanche per David Granieri, Presidente Coldiretti Lazio e Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano).
Come impatta il Nutri-Score sull’olio di oliva?
“Il Nutri-Score rischia di far passare l’olio extravergine di oliva per un alimento dannoso alla salute, contrapponendosi in modo paradossale e inaccettabile a più di 70 anni di studi e ricerche scientifiche autorevoli che hanno dimostrato le sue numerosissime proprietà benefiche. L’olio è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea, un alimento sano e naturale, ma se lo bolliamo semplicisticamente con un semaforo o un’etichetta rossa indurremo milioni di persone a credere che non bisogna consumarlo: possibile immaginare un’assurdità del genere?”
Olio di oliva ed Evo finirebbero nella stessa fascia?
“Esattamente, perché il sistema Nutri-Score tiene conto solo del contenuto in grassi totale e non considera le oltre 250 altre sostanze benefiche, principalmente antiossidanti naturali, sempre presenti nell’olio extravergine e che invece nell’”Olio di oliva” non ci sono o sono ridottissime. Ricordiamo che l’”Olio di oliva” è una miscela di oli trattati chimicamente, mentre l’Evo è una “spremuta” di frutta ottenuta da olive di ottima qualità. Come si possono mettere sullo stesso livello prodotti così diversi?”.
Draghi ha detto che il Governo è consapevole dei rischi. Cosa può fare l’Italia a livello europeo per garantire la filiera del made in Italy?
“Innanzitutto è essenziale contrastare la diffusione di sistemi di etichettatura e comunicazione fuorvianti e dannosi come il Nutri-Score. I consumatori, al contrario, devono essere informati correttamente sull’origine e le caratteristiche uniche dei nostri prodotti, devono avere chiaro, ad esempio, il significato e il valore delle certificazioni DOP ed IGP che garantiscono origine e qualità. In secondo luogo occorre pretendere che i sistemi di controllo e tracciabilità della filiera agroalimentare del nostro Paese siano applicati anche al di fuori dei confini italiani: sull’olio d’oliva siamo stati precursori e solo dopo anni la Spagna ha iniziato a seguire la strada che abbiamo tracciato, ma bisogna andare oltre. Per competere sullo stesso livello dobbiamo rispettare tutti le stesse regole, e devono essere ferree”.
Il “pericolo” franco-tedesco
Intanto i francesi non vedono l’ora che arrivi gennaio. Nel primo semestre del 2022 guideranno la presidenza Ue e pretendono di darci “consigli nutrizionali”. E vogliono farlo pure i tedeschi. Figuriamoci. Il Nutri-Score potrebbe essere un buon indicatore per evidenziare i cibi-spazzatura. Ma sono le eccellenze, purtroppo, ad essere minate.