L’idea è stramba, e la questione che apriamo potrebbe far storcere il naso a molti. Ma cosa vieta di provare ad abbinare un vino all’Evo? Del resto l’olio extravergine di oliva, prima di essere un condimento, è l’alimento principe della dieta mediterranea, quindi potenzialmente abbinabile ad un vino.
Ma qual è l’abbinamento migliore?
olio e vino
Ce lo stiamo chiedendo da un po’ perché accade sempre più spesso che qualche ristorante offra ai clienti appena seduti un giro di extravergine come entrée, del pane qualsiasi e un flute di bollicina non meglio identificata. Fa piacere ricevere un simile benvenuto perché dà un tocco di italianità al pari del pane e burro servito in Francia all’inizio di ogni pasto. Sapere che tipo di Evo ci è stato servito, che tipo di pane e quale bollicina, sarebbe già un grande passo avanti. E qui sorge il dubbio: siamo sicuri che quella bollicina sia giusta per quell’olio? Oppure con quell’Evo si potrebbe azzardare un bianco fermo? Magari un rosé… e perché no un rosso? Di certo il ristoratore opterà per “la bolla” non sapendo cosa berrà il cliente durante il pasto. Ma a casa, per gioco, possiamo osare.
Un aiuto dal pane
olio e vino
Prendiamo allora spunto dall’idea di base di associare l’olio al pane. Ma non basta un pane qualsiasi, abbiamo bisogno di un parametro fisso che influenzi il meno possibile l’analisi organolettica. Solo farina, acqua e lievito. Niente sale, va da sé, altrimenti ci troveremmo a dover abbinare per forza di cose un vino ad un alimento sapido. Che sia un pane sciapo, dunque, morbido, affinché la mollica abbia mera funzione di spugna per trasferire al palato i sentori e i profumi dell’extravergine.
Ed ecco la prima prova
olio e vino
Detto ciò, per tentare questa indagine, partiamo dalla cosa più semplice: abbinare tre Evo nuovi (produzione 2020) di differente intensità (fruttato leggero, medio e intenso) a un vino bianco, ad un rosso, ad un rosé e a una bollicina. Proviamo con quello che abbiamo in casa, consci che nel panorama olfattivo-gustativo tra un sauvignon e un grechetto c’è differenza, tra un cerasuolo abruzzese e un lagrein rosato c’è il mare, tra un pinot nero e un negroamaro ci sono mille chilometri e che tra una bollicina e un’altra può esserci un abisso.
Ma questo è solo il primo livello.
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